Cosa è l’anatocismo in poche parole

Anatocismo: guai grossi per le banche

Probabilmente pochi conoscono il significato della parola “anatocismo”.

Il termine deriva dal greco  anà (di nuovo)  e tokòs (interesse).  Siamo in presenza di anatocismo quando su una data somma dovuta a titolo di interessi conteggiamo a sua volta dei nuovi interessi.

In due parole l’anatocismo è il calcolo degli interessi sugli interessi.

Per i più raffinati si parla di capitalizzazione degli interessi.

Lo spiego con un esempio spicciolo: il conto corrente bancario.

Quando andiamo in rosso sul nostro conto la banca inizia a conteggiare, sulla base del tasso pattuito, la somma degli interessi da trattenerci.

Ipotizziamo che il conto sia in rosso di 10.000 euro da 150 giorni e che la banca applica il 10% di tasso di interesse annuo.  Questo significa che la banca ci chiederà interessi debitori per euro 410,96 (interessi = capitale *tasso annuo*giorni/36500).

Errato. La banca, al contrario, vi chiederà di più. Perché? Proprio perché applica la capitalizzazione degli interessi (ossia l’anatocismo).

Di regola, gli istituti di credito capitalizzano gli interessi ogni trimestre, ossia ogni 90 giorni.

Quindi, secondo l’esempio sopra riportato (ipotizzando che appena aperto il conto lo stesso aveva già un passivo di 10.000 euro), gli interessi dovuti alla banca per i primi 90 giorni sono euro 246,58.

A questo punto avviene la capitalizzazione: gli interessi (246,58) vengono incorporati al capitale (ossia ai 10.000 euro di saldo negativo). Pertanto il vostro nuovo saldo negativo è 10.246,58 euro (10.000+246,58) e su questa nuova somma la banca calcola i nuovi interessi.

Col termine capitalizzazione degli interessi si indica, appunto, la tecnica di incorporare gli interessi al capitale. Gli interessi cambiano la loro natura: vengono considerati come capitale.

Qual è l’effetto?

Dovreste esserci arrivati da soli. Per i primi 90 giorni la banca calcola euro 246,58 di interessi. Poi mancano altri 60 giorni per arrivare ai 150 totali. Attenzione! Ma questi ultimi verranno calcolati non su 10.000 euro di saldo negativo, bensì su 10.246,58.

Applicando la formula sopra riportata avremmo che gli interessi nei 60 giorni saranno pari ad euro 168,44.

Quindi, sommando gli interessi dei due periodi abbiamo:euro 415,02 (246,58+168,44); che è maggiore di euro 410,96, ossia il primo calcolo svolto (quello senza capitalizzazione degli interessi).

La differenza tra le due somme, in questo caso, è poco rilevante. Dovete però immaginare che la capitalizzazione avviene ogni trimestre e che ogni volta vengono aggiunti dei nuovi interessi. In tale modo abbiamo una crescita esponenziale dell’effetto anatocistico e delle somme conteggiate.

Questa prassi si traduce in grossi guadagni per le banche e gli istituti di credito.

Oggi, però la giurisprudenza è pacifica e costante nell’affermare che la prassi anatocistica utilizzata dalle banche è del tutto illegittima. Pertanto, gli istituti di credito devono restituire gli interessi percepiti ingiustamente dai loro clienti.

La giurisprudenza afferma: “La clausola che prevede la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi è affetta da nullità radicale per violazione dell’art. 1283 c.c. e la mancata contestazione degli estratti conto non pregiudica la possibilità di eccepire l’invalidità e l’inefficacia del rapporto obbligatorio da cui derivano gli accrediti e gli addebiti nel conto corrente.” (Tribunale  Salerno  sez. I,  24 luglio 2010,  n. 1743)

Se avete un conto corrente in rosso e se magari è aperto da tanti anni forse è arrivato il momento di farvi restituire un po’ di soldi dal vostro istituto di credito.

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